Il Giudizio Universale

Il Giudizio Universale

Il famoso dipinto, con la sua forza e la sua ricchezza di stimoli, plasmerà il percorso di ricerca che formerà il training fino alla condivisione finale.

Il capolavoro del Signorelli è stato nei secoli un modello di formazione e confronto per generazioni di artisti che, come Michelangelo, ne furono profondamente colpiti.
Il ciclo di affreschi della Cappella di San Brizio è una delle opere più impressionanti dell’ingegno umano. Luca Signorelli ha creato figure agitate da vive passioni, da pietà, da dolore, da sdegno, da speranza in un’epoca, non dissimile dalla nostra, segnata dalla fine del precedente equilibrio e da guerre di conquista. Da qui nasce il faticoso cammino del mondo per costruirsi in umanità, dove ogni individuo ritrova in se stesso quel senso di reciproca appartenenza che non conosce né frammentazione, né divisione.

La Cappella fu realizzata in un’epoca di profondi mutamenti sia artistici che politici a cui si stava per affiancare il rinnovamento estetico, quella “rivoluzione antropocentrica” del linguaggio artistico. Egli concepì la cappella non come una scatola, ma come una sfera in cui tutti i punti hanno lo stesso valore attorno al fulcro rappresentato dall’uomo-spettatore.
Tutte le ombre sono generate da una medesima fonte di luce, situata in corrispondenza delle finestre della parete di fondo.

Signorelli dipinge una visione che appartiene ad un tempo storico, ad una geografia, ad un gruppo ristretto di persone. Dà una forma agli “ultimi giorni”, a quell’ orizzonte, che oggi a volte sembra farsi sempre più imminente, più attuale.
Forse gli ultimi giorni non sono un evento unico nel tempo e nello spazio, forse stanno già accadendo, forse questa sensazione di essere sull’orlo del precipizio c’è già stata, e più di una volta.
Se ci poniamo oggi la domanda degli ultimi giorni, quale visione in movimento emerge dai nostri corpi? Come il nostro corpo collettivo, impregnato da questa domanda, investe lo spazio, dello studio prima, e poi della città? Con quale forza irrompe, quali gesti e dettagli sottili ci depone? Con quali ritmi, conosciuti o sconosciuti, sceglie di risuonare?

Nel Giudizio Universale vi è un connubio perfetto di azione e pathos, i nudi rappresentati mostrano una costruzione anatomica strabiliante, il corpo umano, con l’erotismo così evidente e nello stesso tempo così sublimato, è il fulcro centrale dei suoi affreschi. Signorelli riesce a dare alla “carne” quella nobiltà che le appartiene, quando l’anima che la muove è ricca di sentimenti positivi.

Possiamo riconoscere la maestosità dell’opera ed aprire squarci nella visione del dipinto.